sabato 21 aprile 2012

Linguaggi Diversi. Incontri d'Arte tra Milano e Torino


Gianni Ottaviani, Archeopatia

A cura di Gianni Ottaviani, con i preziosi contributi di Grazia Chiesa e Mariana Paparà, la mostra collettiva sarà visitabile alla Galleria Aripa di Torino fino al 26 aprile e, dal 2 al 7 maggio, alla Fondazione D’Ars di Milano 


Per gli artisti presentati alla nuova mostra collettiva presso la Galleria Aripa, indicare è ancora indispensabile. Le forme rimandano, tuttavia, all’insondabile e incomunicabile principio della rappresentazione: l’esistenza. L'elaborazione di questa rivelazione è strumento espressivo che, a somiglianza del mito, impasta  nella propria trama elementi desunti da ognuno dei cinque sensi. La  testimonianza dell’arte è  accolta dove ogni segno può diventare lingua, dove ogni differenza può somigliare alla verità.

L’opera di Gianni Ottaviani abita le dimensioni del gioco, del rituale e del mito. La creazione di significato ha una base ludica. L'andamento a ritroso spalanca le porte all'interpretazione, getta le coordinate per l'immaginazione di una mappa, l'individuazione di presenze, la finale invenzione di un nuovo mondo.

Per Ida Sacco, gli ingranaggi dell'essenza sono impercorribili. Tutto ciò che è nascosto, dall'inizio dei tempi, è il meccanismo della volontà. Struttura arbitraria, come in una trama della natura: potesse essere studiata da una scienza, le regole che ne dedurremmo sarebbero assolute.

Mariana Paparà propone figure archetipiche della difesa. I movimenti delle sue opere conservano, in superficie, le abrasioni e le ustioni della battaglia. Simboleggiano non soltanto sopravvivenza, ma elevazione conquistata attraverso prove e difficoltà: strumenti per riti di passaggio tra rivelazioni e prese di coscienza.

Per Severino Magri, interrogarsi sulla storia significa acquisire la consapevolezza dei continui mutamenti di significato delle parole, delle stratificazioni interpretative di metafore, simboli, miti. L'intervento del singolo è valore aggiunto e strumento conoscitivo all'interno di strutture riconosciute e condivise: sasso gettato nel lago dell'umanità.

Nell’opera di Lorena Fortuna, la conoscenza opera per due vie. Un approccio razionale ci permette di riconoscere categorie di pensiero e concetti. Un metodo emozionale e sensoriale ci avvicina, esteticamente, al mondo. In questo modo, partecipiamo dello scorrere delle cose e, amandole, ci pare di sfiorare tutto ciò che ci sovrasta.

L’opera di Cosmina Lefanto affronta il momento della distanza imprescindibile dalla creazione, dell'abbandono della propria identità, dell'assenza. L'unica presenza certa è l'allusione simbolica. L'immagine si apre alla molteplicità dei significati, allo scorrere del tempo, allo sguardo dell'altro.

Le fotografie di Davide Furia rivelano un approfondito studio dell’immagine in movimento. L’astrazione è un pretesto per riflettere sulla percezione di forme e colori. Portare alla luce l’inespresso, attraverso rarefazione e sfumature, è costruire una grammatica delle sensazioni.


Gianantonio Ossani realizza dagli anni ’70 assemblaggi scultorei con legni o ferri riciclati. Ogni oggetto, anche se banale o logorato dall’uso, grazie all’intervento dell’artista recupera la sua valenza estetica con accenti ora ironici, ora poetici.

Giovanni Leombianchi presenta serigrafie dai contenuti ecologici. La stilizzazione della figura e la sintesi degli elementi realistici si aprono ad una forte valenza simbolica e rivelano un nucleo metafisico. Lirismo e risvolti psicanalitici si consumano in un serrato gioco dialettico.

Jeannette Rutsche - Sperya, attraverso l’uso creativo della geometria frattale, esplora la complessità della condizione umana, il labirinto della nostra interiorità, fino a relativizzare la centralità dell’ Io nei processi di conoscenza e creazione, aprendo la propria ricerca all'essenzialità di una dimensione originaria.

Lia Malfermoni presenta opere in bilico tra insistenza materica e tenuità della rappresentazione. Immagini archetipiche sembrano scaturire da uno speciale rapporto simbolico tra strumenti e supporti utilizzati. Opere di massima riduzione formale smontano la complessa grammatica dell'arte: ci rendono coscienti dell'alfabeto della nostra percezione.

Antonella Pecoraro esplora le condizioni e i pretesti di ogni viaggio, reale o virtuale. Giochi di luce, rarefazioni, prospettive stranianti ci sprofondano alla radice del sogno e dell'esistenza, dove paesaggio e vita si confondono in un liberatorio respiro.


Ivan Fassio

Lia Malfermoni, Corpetto, tecnica mista su cartone, 2001

Galleria Aripa
Via Bertola 27/i
Torino
orari: dal martedì al sabato - 14:00 / 18:30 - http://www.aripa.eu/



Fondazione D'Ars
Via S. Agnese 12/8
Milano
orari: tutti i giorni dalle 16:00 alle 19:30 - http://www.fondazionedars.it/

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